Ecco che cosa sapere a proposito delle principali differenze ci sono tra assegno di mantenimento ed alimenti. In molti confondono queste due misure, ma sono due realtà e due strumenti molto diversi tra di loro.
Nel momento in cui una storia d’amore arriva al capolinea, il dispiacere ed il dolore sono ovviamente enormi, per ovvi motivi. Si tratta, infatti, della consapevolezza che un determinato progetto si è rivelato fallimentare o che comunque le cose non sono andate come ci si aspettava. Da questo punto di vista, in casi di matrimonio, sono diverse le implicazioni. A partire, ovviamente, da quelle di natura legale, nel momento in cui due coniugi per separarsi si trovano davanti ad un giudice.
Gli esiti di una separazione prima e di un divorzio poi sono sempre imprevedibili, dal momento che sono troppi gli elementi che sono coinvolti. In tal senso, uno degli aspetti prioritari da questo punto di vista è rappresentato dalle somme che un determinato coniuge deve riconoscere all’altro. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di andare a sottolineare quelle che sono le differenze tra l’assegno di mantenimento e gli alimenti. Sono in molti che confondono questi due strumenti, che restano però due cose differenti.
Alimenti ed assegno mantenimento: che cosa cambia
Come spesso accade in ambito giuridico, non tutti quelli che non masticano diritto quotidianamente sono consapevoli di tutte le varie opzioni che si presentano davanti a noi. In tal senso, partiamo dall’analizzare che cos’è, nel dettaglio, l’assegno di mantenimento. Esso è finalizzato a garantire all’ex coniuge ed agli eventuali figli il mantenimento di uno stile di vita quanto più possibile simile a quello precedente. Va da sé che, vista la sua natura, va pagato dal coniuge che ha maggiori possibilità economiche.
Esso, inoltre, non è un importo fisso, ma varia con il mutare delle condizioni economiche delle persone coinvolte in questo discorso. Sia di chi lo paga che di chi riceve questa cifra. Discorso ben diverso, invece, per gli alimenti. In questo caso, infatti, si tratta di un contributo minimo che viene riconosciuto ai familiari che si trovano in una condizione di profonda e reale difficoltà. Da qui nasce anche il nome dello strumento in questione.
Essi si devono pagare solo nel momento in cui c’è un parente in stato di bisogno o nelle condizioni di non poter lavorare. Si parla però di parente prossimo o familiare perché l’obbligo in questione non riguarda solo l’ex coniuge ed i relativi figli ma anche genitori, fratelli, ascendenti. Insomma, c’è una netta differenza con l’assegno di mantenimento.