Hai un “genitore tossico”? Ecco i segnali da osservare per capirlo e come limitare i danni.
La salute emotiva è un tema centrale nella nostra società, soprattutto negli ultimi anni. Il dolore o la sofferenza di una persona può derivare dal far parte di una famiglia disfunzionale. Riconosce e capire se è così, può aiutare a gestire meglio i rapporti con i propri genitori e parenti e permettere di vivere meglio la vita in generale.
Se delle persone si comportano in modo tossico con noi, le ripercussioni possono essere molto dolorose, specie se a mettere in atto quel dato comportamento sono dei familiari. Eliminare semplicemente la relazione come si farebbe con un partner o un amico, spesso non è possibile.
In ogni caso ci sono diversi modi per riconoscere se un genitore è tossico nei nostri confronti e per preservare la propria salute emotiva.
I segnali per capire se sei figlio di un “genitore tossico” e come preservare la tua salute
Vivere in armonia con la propria famiglia è molto importante sin dalla tenera età. Molte famiglie sono però disfunzionali ovvero in questo gruppo non si riescono a soddisfare i bisogni primari e basilari dei suoi componenti e anzi si va contro di essi.
Potrebbero esserci anche tanti conflitti, comportamenti deviati e abusi emotivi o fisici. Molte volte a mettere in atto questi comportamenti tossici sono il papà o la mamma che diventano aggressivi, si arrabbiano o fanno violenza sugli altri componenti della famiglia.
Si tratta di genitori egoisti o genitori narcisisti, genitori che svalutano e criticano i figli o semplicemente genitori “cattivi”. Ci sono tre grandi tipi di famiglie disfunzionali (ovviamente ci sono altri sottogruppi e sfumature):
- la famiglia che pensa solo al dovere e al sacrificio in cui i sentimenti dominanti sono gelosia, controllo, possesso, spirito di sacrificio a discapito del proprio sé
- la famiglia in cui non ci sono regole e tutto è permesso poiché i genitori non sono in grado di dimostrarsi autorevoli e si presentano come fragili e indecisi. Per i figli manca dunque una figura di riferimento
- la famiglia iperprotettiva in cui dominano controllo e privazione della libertà. I genitori sono sempre pronti a scusare i proprio figli, giustificarli e proteggerli da pericoli che in realtà non esistono. In questo modo i figli corrono il rischio di crescere avendo paura del mondo e di tutto, e con bassa autostima. Oppure, al contrario, possono crescere arroganti, prepotenti e narcisisti.
I comportamenti tossici messi in atto dai genitori
È proprio all’interno di queste famiglie disfunzionali che possono esserci genitori che mettono in atto dei comportamenti tossici nei confronti dei figli che ovviamente cresceranno, in un modo o nell’altro, influenzati da quel modo di vedere o affrontare la vita.
I genitori tossici sono quelli che:
- non mostrano empatia verso gli altri: non riescono a mettersi nei panni del figlio e pensano solo al proprio benessere senza notare come questo possa essere distruttivo, dannoso o offensivo
- manifestano eccessivo controllo su tutto e su tutti
- svalutano o criticano i figli per scaricare le proprie insoddisfazioni e rabbie. Probabilmente perché loro stessi sono stati sempre criticati e svalutati fin da piccoli. In questo modo distruggono l’autostima dei figli e ne sminuiscono i talenti o le doti, non mettendoli in risalto
- colpevolizzano i figli: non si prendono la responsabilità di eventuali problemi ma preferiscono incolpare il resto della famiglia o manipolare il modo in cui vedono questi eventi
- diventano egoisti o narcisisti e cercano di realizzarsi attraverso il figlio e lo manipolano esercitando una pressione psicologica molto forte su di lui, attraverso il ricatto emotivo, il senso di colpa e l’aggressività.
I figli di genitori tossici rischiano a loro volta di diventare così e di sviluppare comportamenti problematici e ribelli, oppure addirittura si sentiranno sempre vittima di qualcosa o qualcuno. Ancora, potrebbero finire per prendersi cura loro del genitore (con un capovolgimento delle parti), non vivendo bene la loro infanzia e crescendo troppo in fretta.
Un figlio di un genitore tossico non si sentirà meritevole d’amore, crescerà con un vuoto emotivo e affettivo che ripercuoterà anche nei suoi rapporti umani. Avrà l’indole da manipolatore ovvero, per ottenere qualcosa, manipolerà gli altri anche per farsi amare.
Per poter gestire un rapporto con un genitore tossico bisogna imporre dei limiti. Se c’è qualcosa che non va, bisogna subito dichiararlo apertamente e cercare in ogni modo un dialogo, anche se difficile. Magari, se si è adulti, si può trovare un luogo di incontro da cui è più facile andare via se c’è qualcosa che non sta andando come dovrebbe.
Come ultima spiaggia, ovviamente c’è l’allontanarsi dal genitore tossico e questa è la strada più dolorosa. Un figlio, nonostante il male emotivo ricevuto, difficilmente smetterà di volere bene ad un genitore. Ma allontanarsi diventa necessario per recuperare il proprio equilibrio.
Anche parlare con un terapeuta o un consulente può aiutare a capire l’impatto che i genitori tossici hanno sulla propria vita e sulle proprie relazioni.