Rinuncia dell’eredità, quali cartelle esattoriali non devono più pagate. Vediamo che cosa dice la legge sull’argomento.
Diciamo immediatamente che al momento della successione è possibile rinunciare all’eredità. Si tratta di una procedura consentita dalla legge, di un vero e proprio atto con il quale il chiamato all’eredità dichiara di non volerla accettare. Un motivo esemplare è perché i debiti del defunto sono superiori ai crediti. Da quanto detto si capisce che l’erede con l‘accettazione dell’eredità si fa carico anche dei debiti della persona venuta a mancare.
Rinunciando però questa situazione non può verificarsi e si resta del tutto estranei alla successione. In questo modo nessun creditore potrà rivolgersi alla persona che ha rinunciato per il pagamenti dei debiti ereditari. La rinuncia si attua con una dichiarazione scritta da presentare a un notaio o alla cancelleria del tribunale.
Cartelle esattoriali da non pagare con la rinuncia all’eredità
Con questa dichiarazione di rinuncia, da presentare entro dieci anni dalla data di morte della persona, non si è tenuti a rispondere dei debiti dello scomparso. Cosa che invece è obbligatoria per quanti accettano l’eredità. Nello specifico sono diversi i debiti che devono essere pagati.
A cominciare dai debiti fiscali e tributari del defunto, cioè dalle somme dovute all’erario. Per esempio tutte le cartelle esattoriali emesse dall’Agenzia delle Entrate Riscossione relative a imposte o tributi come IRPEF, IVA, IMU, TARI. Mentre per le sanzioni tributarie e amministrative non ancora pagate il discorso è diverso, si deve versare il capitale corrispondente alla tassazione, non quello della sanzione.
Al contrario di chi rinuncia, i debiti del defunto verso i privati a cominciare da fornitori di servizi, manodopera, strumenti, ma anche quelli in denaro verso parenti e amici documentati mediante delle scritture private sono a carico a chi accetta. Così come le spese condominiali, quote arretrate e spese straordinarie, sono trasmesse a chi accetta l’eredità e decadono per il rinunciante.
Questi evita anche di saldare eventuali spese mediche e sanitarie che restano ancora a carico del patrimonio di chi è scomparso. Per quanto riguarda mutui, prestiti e finanziamenti di vario genere, anche in questo caso il rinunciante non dovrà risponderne. L’ente che eroga il mutuo potrà agire contro chi accetta l’eredità o attaccare le eventuali ipoteche presenti.
Infine le multe stradali che non passano certamente al rinunciante. Però qui facciamo una sottolineatura molto importante. Le multe del genere derivano da illeciti amministrativi e quindi sono delle sanzioni che per legge non sono trasmissibili in successione. Quindi la sanzione si estingue con la morte della persona che aveva violato il Codice della Strada.