Diverse categorie di lavoratori hanno diritto al Tfr (Trattamento di Fine Rapporto): cos’è e come si calcola questo elemento della retribuzione.
Uno degli argomenti più spinosi quando si parla di un rapporto di lavoro può essere quello riguardante il Tfr (Trattamento di Fine Rapporto), un importo che il datore deve riconoscere al dipendente quando cessa l’attività lavorativa.
Questo elemento della retribuzione, però, è necessario sapere non spetta a qualsiasi tipo di lavoratore, ma sono solo alcune le categorie che possono maturarlo nel corso della carriera. I dubbi in merito sono maggiormente collegati al calcolo. Analizziamo come viene calcolato nel dettaglio il Tfr, in che modo è possibile verificare l’importo maturato dai lavoratori e come viene corrisposto.
Tfr, come si calcola e quando viene erogato l’elemento alla retribuzione
Alcune categorie di lavoratori hanno diritto, al termine dell’attività, al cosiddetto Tfr. Nello specifico, tale elemento della retribuzione è riconosciuto ai dipendenti del settore pubblico, sia con contratto a tempo indeterminato che determinato, ai lavoratori part-time, stagionali e a progetto. Non hanno, invece, diritto al Trattamento di Fine Rapporto gli autonomi.
Questo importo può essere erogato dal datore di lavoro in un’unica soluzione o in più rate ed il pagamento può avvenire in corrispondenza dell’ultima busta paga o nei mesi successivi. Per quanto riguarda il calcolo, bisogna tenere in conto alcuni fattori: il primo è la Retribuzione annua lorda (Ral), che corrisponde alla somma dei vari importi lordi percepiti durante l’anno dal lavoratore, gli anni di servizio ed il tasso di inflazione registrato dall’Istat. Le somme accantonate ogni anno vengono, difatti, rivalutate con tasso fisso del 1,5% e il 75% dell’indice di consumo.
Procedendo con il calcolo, è necessario dividere la Ral per 13,5 (coefficiente stabilito dalla normativa in materia) e successivamente sottrarre al risultato ottenuto il contributo al fondo adeguamento pensione (Fap), che ammonta allo 0,5% della Ral. A questo punto bisognerà calcolare la rivalutazione annuale, tenendo conto della quota fissa dell’1,5% e del 75% del tasso accertato dall’Istat. In questo modo si è ottenuto il Tfr maturato in un anno di servizio: il risultato andrà, dunque, moltiplicato per gli anni totali di lavoro.
Questo calcolo può essere richiesto ad un patronato o un Caf o un commercialista che aiuterà il dipendente a capire quale sia l’importo maturato sino a quel momento. In alcuni casi, l’importo potrebbe essere riportato direttamente in busta paga in una specifica sezione molto spesso denominata “Tfr maturato”.