Cent’anni di solitudine, il capolavoro senza tempo di Gabriel García Márquez ora su Netflix in una serie titanica.
Cent’anni di solitudine (Cien años de soledad) la serie in onda su Netflix tratta dal capolavoro di Gabriel García Márquez, la più grande opera dello scrittore colombiano. Saranno riusciti nell’impresa epica di portare sul piccolo schermo una delle più importanti opere del Novecento?
Il libro perfetto, il libro dei libri. Eccellenza letteraria che fin dalla prima pagina e dallo storico incipit, riesce a trascinarci in altri mondi, con profumi esotici e luoghi selvaggi e incontaminati. Ora grazie a Netflix, quello che per piu’ di cinquant’anni è stato solo nella nostra fantasia di lettori, verrà trasposto sul piccolo schermo.
Cent’anni di solitudine è un romanzo del 1967 ed è un’opera considerata tra le più significative del Novecento. Nel libro si narrano le vicende della famiglia Buendia che fonda la città di Macondo. Lo stile di narrazione di Marquez è molto elaborato, poetico e personale e diventerà il suo marchio di fabbrica per ogni opera.
«Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito»
Gabriel García Márquez, Gabo per i suoi lettori, nel 1965 si trovava in viaggio con la famiglia. Percorrevano una strada di Acapulco in Messico e in quel momento venne folgorato dalla storia che avrebbe determinato tutta la sua carriera letteraria.
Già l’aveva iniziata ma non riusciva a portarla avanti e l’aveva abbandonata, era qualcosa più grande di lui. Lo scrittore voleva creare una storia che contenesse la magia della sua terra natia, le superstizioni tipiche di quel luogo, dove la normalità è vedere i vivi che parlano con i morti.
Cent’anni di solitudine solo nei primi tre anni arrivò a vendere 600.000 copie. Il romanzo deve il suo successo ad un mix di ricordi dello scrittore, nato in Colombia ad Aracataca nella casa dei nonni, il colonnello Nicolás Marquez e la moglie Tranquilina Iguarán Cotes. Il cognome Iguarán è infatti uno di quelli presenti nel romanzo, uno dei personaggi principali, Ursula Iguarán, la moglie di Jose Arcadio Buendia.
Il personaggio di Aureliano Buendia quindi rappresenta il nonno di Gabo. Marquez nasce anni dopo la guerra civile in Colombia, viene al mondo con il cordone ombelicale girato intorno al collo. Cresce nella casa dei nonni tra storie di fantasmi raccontati dalla nonna e e gli esperimenti del nonno. Una volta adulto inizia a scrivere per il giornale El Espectador, diventando il corrispondente. Ha così modo di viaggiare in Europa, di pubblicare Foglie morte e Nessuno scrive al colonnello.
Impiegherà 18 mesi per scrivere Cent’anni di solitudine, lui stesso arrivò a definirlo: “Il romanzo dove succede tutto”. Nell’agosto del 1966 insieme alla moglie, portano all’ufficio postale di Città Del Messico il manoscritto da 590 pagine per spedirlo a Buenos Aires.
Una volta lì si rendono tuttavia conto del fatto che non hanno sufficiente denaro per poter effettuare l’operazione, per poterlo inviare servono 82 pesos e loro ne hanno solo 53. Per arrivare a questa cifra decidono di aprire il pacco e dividerlo in due parti.
Inviano solo metà romanzo all’editore, rendendosi conto successivamente di aver mandato la seconda parte, il finale. L’editore dopo aver letto la seconda parte, manda immediatamente i soldi a Marquez per spedirgli anche il resto. Il romanzo viene pubblicato il 5 giugno 1967 dalla casa editrice Editorial Sudamericana a Buenos Aires, e di lì a poco in tutto il resto del mondo.
Qualunque lettore di Marquez o comunque chiunque abbia letto anche solo Cent’anni di solitudine, ha vissuto con terrore l’eventualità di una trasposizione. Di Marquez abbiamo già avuto modo di visionare L’amore ai tempi del colera, con Giovanna Mezzogiorno e Javier Bardem. La pellicola non aveva entusiasmato gli amanti dello scrittore colombiano.
L’idea quindi che si potesse fare lo stesso dell’opera magna del premio Nobel per la Letteratura, impensieriva molto i suoi lettori. Un’impresa titanica quindi quella di Netflix che ha creato la serie dividendola in due stagioni girandola completamente in Colombia.
Per le riprese sono state coinvolte le città di Cesar, Cundinamarca, La Guajira, Magdalena e Tolima. La produzione ha avuto il suo bel da fare nell’allestire i vari set in modo tale che risultassero credibili con la fantasia smisurata del romanzo.
In particolare è stata rivolta una certa attenzione nella costruzione della casa della famiglia Buendia, trattata come un personaggio a sé della serie. I mobili sono stati reperiti in appositi negozi di antiquariato e un team di artigiani del posto ha creato i tessuti. Non resta che mettersi comodi e godere della prima parte della serie.
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