Buoni Poste, coi cartacei rischi di perdere i tuoi soldi e coi dematerializzati no: il motivo

I buoni fruttiferi postali sono uno strumento di risparmio utilizzato da milioni di italiani. Tuttavia, è bene conoscere le differenze tra quelli cartacei e quelli dematerializzati.

Per coloro che desiderano effettuare investimenti senza correre troppi rischi, i buoni fruttiferi di Poste Italiane rappresentano un ottimo strumento su cui fare affidamento. Questi possono essere cartacei, ossia quelli classici che richiedono una sottoscrizione direttamente presso l’Ufficio Postale e vengono distribuiti sotto forma di documenti fisici, o dematerializzati.

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Buoni Poste, coi cartacei rischi di perdere i tuoi soldi e coi dematerializzati no: il motivo (Foto Ansa) Istitutonervilentini.it

Nel secondo caso, la sottoscrizione dei buoni fruttiferi (che è possibile gestire online) avviene mediante una scrittura contabile sul Libretto di risparmio postale, oppure sul conto corrente Bancoposta dell’intestatario. È necessario, inoltre, che l’intestazione corrisponda a quella del conto di regolamento.

I clienti, quindi, hanno la possibilità di scegliere tra due modalità distinte di sottoscrizione quando si tratta dei buoni fruttiferi. Questi costituiscono, in ogni caso, un investimento sicuro che viene emesso dalla Cassa Depositi e Prestiti SpA e che può contare sulla garanzia dello Stato. Ma qual è la soluzione migliore tra buoni cartacei e dematerializzati?

Buoni Poste, quali sono le differenze tra cartacei e dematerializzati

Per poter dare inizio al proprio investimento il risparmiatore deve versare una cifra (che può partire da una soglia minima di 50 euro), destinata a maturare interessi a seconda di una serie di variabili: dalla somma che si decide di investire alla tipologia del buono fruttifero sottoscritto, fino alla durata dello stesso.

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Buoni Poste, quali sono le differenze tra cartacei e dematerializzati Istitutonervilentini.it

Ma quali sono le differenze tra l’opzione cartacea e quella dematerializzata? Nel primo caso, per ottenere il rimborso (che sia anticipato o al momento della scadenza del buono) è necessario che il titolare presenti il documento ricevuto in fase di sottoscrizione. Mentre nel secondo caso è possibile ricevere in automatico l’accredito maturato sul proprio conto di regolamento.

Di conseguenza, non si corre alcun rischio di prescrizione – come invece potrebbe avvenire con un buono dematerializzato, la cui responsabilità di custodia ricade pienamente sul titolare e che, qualora quest’ultimo dovesse dimenticarsi la data di scadenza, finisce con l’annullarsi.

Ecco per quale motivo quando avviene la sottoscrizione del buono fruttifero dematerializzato è richiesto che l’intestazione sia la medesima del conto corrente Bancoposta o, in alternativa, del Libretto di risparmio. I buoni, sia cartacei che dematerializzati, vengono emessi in tagli da 50 euro e multipli. Entrambe le soluzioni, ad ogni modo, sono particolarmente apprezzate dai clienti per la semplicità di utilizzo e per la sicurezza che tale investimento garantisce.

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