Cattive notizie per i genitori, come cambia il congedo parentale nel 2025: la novità introdotta dalla Legge di Bilancio.
Con la legge n. 53/2000 e poi con il Testo Unico sulla tutela della genitorialità n. 151/2001 viene regolamentato il congedo parentale in Italia. Quest’ultimo da la possibilità alle lavoratrici e ai lavoratori di assentarsi dal lavoro per dedicarsi alla cura della prole.
Negli anni, con numerosi altri provvedimenti, la misura e la sua durata hanno subito delle modifiche, pur restando vincolanti i tre principi cardine stabiliti fin dall’origine:
- Il padre ha diritto al congedo parentale anche nel caso in cui la madre sia casalinga o lavoratrice a domicilio;
- Il congedo può essere richiesto per ogni figlio, dunque tanti figli corrispondono ad altrettanti congedi;
- Si può usufruire del congedo solo in costanza di rapporto di lavoro.
Con la Legge di Bilancio 2025 introduce ulteriori modifiche per quanto riguarda la durata e la compensazione del congedo.
Legge di bilancio 2025, come cambia il congedo parentale
Prima di affrontare i cambiamenti apportati dalla Legge di bilancio 2025 in materia di congedo parentale è bene capire quali sono i limiti massimi stabiliti per questa particolare misura.
I genitori hanno la possibilità di usufruire fino a un massimo di 6 mesi di congedo parentale per ogni figlio. Questo va richiesto entro il 12esimo anno di età del bambino o dall’ingresso in famiglia dello stesso in caso di adozione o affidamento. Il padre ha diritto a un mese in più nel caso in cui si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a 3 mesi. Per entrambi i genitori vi è la possibilità di fruire complessivamente di un massimo di 10 mesi (elevabili a 11 mesi nel caso si verifichi la condizione di cui sopra). L’indennità, ordinariamente calcolata al 30% della retribuzione, viene riconosciuta ai lavoratori dipendenti, titolari di uno o più rapporti di lavoro in essere.
Tra i cambiamenti posti in essere negli anni c’è il diritto a un mese aggiuntivo – dunque in più rispetto a quelli previsti – retribuito a una percentuale superiore rispetto agli altri mesi di congedo parentale. Fino al 2023 l’ulteriore mese di congedo era retribuito al 30% dello stipendio. Con la Legge di bilancio del 2024 a questo mese se ne aggiunge un secondo, entrambi pagati all’80% dello stipendio. Questo punto viene ulteriormente modificato con la Legge di bilancio 2025, che prevede:
- Un mese retribuito all’80% dello stipendio;
- Un ulteriore mese retribuito però al 60% dello stipendio, anziché all’80% come nel 2024.
Questi ulteriori mesi possono essere richiesti da coloro che terminano il congedo di paternità o maternità successivamente al 31 dicembre 2024.