Come donare casa a un figlio: è questo il pallino fisso di tantissimi genitori che al contempo vogliono dare un lascito ma evitare spese fiscali eccessive. Esiste la soluzione della vendita non effettiva, come funziona
Hai mai pensato a quanti ricordi racchiude la tua casa? È il luogo dove hanno preso forma i momenti più importanti, dove i tuoi figli sono cresciuti, dove si sono vissuti anni di risate, compleanni e cene in famiglia. E proprio perché questa casa ha un valore che va oltre il semplice aspetto economico, molti genitori scelgono di compiere un passo importante: trasferire l’abitazione ai propri figli prima che diventi ufficialmente parte dell’eredità. Non è solo un modo per dare continuità a una storia di famiglia, ma anche una scelta pratica per evitare che questo passaggio diventi un peso burocratico o finanziario.
Donare un immobile significa trasferirlo ai propri cari in modo da evitare lunghe pratiche ereditarie e tasse onerose. Molti scelgono la strada della donazione proprio per ridurre le imposte che i figli dovrebbero pagare in caso di eredità. Nel contesto fiscale italiano, le imposte sulle successioni possono arrivare a cifre considerevoli, mentre le donazioni di immobili prevedono spesso agevolazioni per i trasferimenti tra parenti stretti. Fermo restando che realizzare il trasferimento di proprietà quando si è ancora in vita permette di avere la certezza che la volontà del donatore sia rispettata.
La donazione è pertanto vantaggiosa perché comporta un risparmio fiscale rispetto alla successione. Ma va detto che anche la donazione prevede delle spese: per esempio, l’imposta ipotecaria e catastale, che viene calcolata sul valore catastale dell’immobile e può variare tra il 2% e il 3% del valore stesso. Tuttavia, grazie alle agevolazioni per la prima casa, se il figlio non possiede altre proprietà, può accedere a tariffe agevolate, pagando solo un’imposta fissa di 200 euro. È una cifra molto inferiore rispetto a quella che verrebbe richiesta in un contesto di successione.
Molti genitori scelgono di donare la casa ai figli, ma mantenendo per sé l’usufrutto dell’immobile. In pratica, si trasferisce la proprietà, ma si conserva il diritto di vivere nella casa per tutta la vita. Questa opzione ha un valore importante, perché permette ai genitori di continuare a sentirsi “a casa loro”, pur avendo già effettuato il passaggio di proprietà. Per i figli, inoltre, l’usufrutto ha un vantaggio fiscale: il valore della donazione risulta infatti inferiore rispetto a quello della piena proprietà, riducendo le imposte da pagare.
Esiste anche una soluzione piuttosto diffusa: ovvero “fingere” difendere casa ai figli. Ovvero venderla effettivamente, con tanto di somma trasferita, per poi restituirla. Questo passaggio è riconosciuto come simulazione di vendita ed è ammesso dalla legge ma può comportare rischi legali: gli altri eredi (come un altro figlio o il coniuge) possono impugnare l’atto, sostenendo che si tratta di una donazione mascherata per favorire uno degli eredi rispetto agli altri. E a quel punto è concreto il rischio che l’atto venga dichiarato nullo e la casa torni a far parte del patrimonio da dividere.
Se si scopre che una presunta vendita è in realtà una donazione simulata, gli altri eredi legittimari – qualora ce ne fossero – dunque hanno il diritto di fare ricorso. Gli eredi legittimari sono le persone che per legge hanno diritto a una parte della proprietà, come ad esempio il coniuge e gli altri figli. Se un figlio riceve la casa in donazione senza che gli altri eredi ne siano a conoscenza, questi ultimi possono rivolgersi al tribunale per chiedere che l’atto venga dichiarato nullo e che la casa venga suddivisa secondo le regole della successione.
In casi simili il giudice potrebbe infatti stabilire che si è trattato di una donazione non dichiarata, rendendo l’atto equivalente a una successione ereditaria. Questo significa che la casa sarà inserita nel patrimonio che, per legge, va suddiviso tra tutti gli eredi.
Per molte famiglie, quindi, la donazione rappresenta una scelta vantaggiosa, perché permette di trasferire un bene importante come la casa ai propri figli in modo chiaro e anticipato rispetto all’eredità. Tuttavia è importante tenere a mente anche alcuni potenziali svantaggi: uno di questi è che una volta effettuata la donazione, l’atto è difficilmente reversibile. Inoltre, in alcuni casi, gli altri eredi possono contestare la donazione se ritengono che sia stata lesiva dei loro diritti. Anche in questo caso. Lasciando un appartamento a un erede, andrebbero lasciate somme dello stesso valore o altre eventuali proprietà agli altri per compensare. E’ questo l’unico modo per non avere futuri problemi in aula. Ovvero l’equilibrio tra gli eredi legittimi.
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