Quando si ottiene l’indennità di disoccupazione (NASPI) in caso di dimissioni, le possibilità offerte dalla legge in vigore.
La NASPI (Nuova assicurazione sociale per l’impiego) è la principale forma di assistenza economica per chi perde il lavoro. La prestazione si affianca ad altre con il medesimo obiettivo, ma una platea più ristretta. Si tratta della DIS-COLL, dell’indennità di mobilità, dell’indennità speciale di disoccupazione edile.
Ad avere diritto alla NASPI sono i dipendenti a tempo indeterminato e determinato, gli apprendisti, i lavoratori del settore artistico con contratti di lavoro subordinato, gli operai agricoli, i soci di cooperativa, i dipendenti della pubblica amministrazione con contratto a tempo determinato. Eccezione di rilievo sono i dipendenti pubblici a tempo indeterminato che non ne hanno diritto.
Caratteristica fondamentale per ottenere l’indennità di disoccupazione è la perdita involontaria del posto di lavoro. Solo in questo caso dopo richiesta inviata per via telematica all’INPS, si riceve il contributo economico. Sono necessari anche altri requisiti come 13 settimane di contribuzione minima, nei 4 anni che precedono la perdita del lavoro e lo stato di disoccupazione.
Detto questo appare evidente che per avere la NASPI si deve ricevere una lettera di licenziamento da parte del datore di lavoro. Eppure la norma riconosce la possibilità di ottenere l’indennità in caso di dimissioni volontarie. Questo è possibile quando le dimissioni volontarie sono per giusta causa. I casi considerati dalla norma sono diversi.
Per esempio per mobbing, per mancato pagamento dello stipendio, degli arretrati o degli straordinari, per mancato rispetto delle norme di sicurezza in azienda, per modifiche peggiorative delle mansioni lavorative, per comportamento scorretto del datore di lavoro, per molestie sessuali sul posto di lavoro, per accuse ingiuste o vessazioni, per variazioni delle condizioni di lavoro, per discriminazioni rispetto ai colleghi, per spostamento senza motivi ad altra sede (oltre 50 chilometri dalla residenza e raggiungibile con più di 80 minuti con i trasporti pubblici).
Come si vede la casistica è abbastanza vasta. Tratto comune che le motivazioni non sono di carattere soggettivo, ma connesse alle condizioni del contesto lavorativo. Le dimissioni volontarie devono essere presentate con la compilazione di un modulo online sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociale dopo autenticazione con credenziali personali.
Solo a questo punto si può richiedere la NASPI, chiarendo che si tratta di dimissioni volontarie. La legge non richiede esplicitamente le motivazioni siano indicate nella richiesta. Proprio per questo esiste il concreto pericolo che l’INPS contesti la giusta causa e ne scaturisca un contenzioso, nel quale il lavoratore dovrà dimostrare che le motivazioni delle dimissioni siano ambientali e non soggettive.
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