È possibile anche per casalinghe ed i casalinghi andare in pensione: quali sono le opzioni disponibili e come ottenere l’assegno mensile.
Probabilmente in pochi sono a conoscenza del fatto che anche le casalinghe ed i casalinghi possono andare in pensione percependo delle regolari mensilità. In realtà, per accedere al trattamento pensionistico, chi decide di dedicarsi alla cura della casa e della famiglia può percorrere dure strade.
La prima consiste nel richiedere la pensione sociale, circostanza che non prevede il versamento di contributi, la seconda, invece, è quella di iscriversi al Fondo Casalinghe e casalinghi Inps, ma in questo caso si dovranno versare quelli che vengono conosciuti come “contributi volontari”. Nel primo caso l’importo della pensione sarà più basso rispetto alla seconda opzione.
Casalinghe e casalinghi possono andare in pensione usufruendo, come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, attraverso due specifiche opzioni: il Fondo Casalinghe e casalinghi Inps o l’assegno sociale.
Il primo prevede l’iscrizione al Fondo che può essere effettuata sul sito Inps accedendo alla sezione dedicata attraverso le credenziali Spid, Cie o Cns. Per effettuare l’iscrizione bisogna, però, essere in possesso dei seguenti requisiti: non avere un’attività lavorativa dipendente o autonoma che prevede l’obbligo di iscrizione ad un altro ente o ad una cassa previdenziale e non essere già titolare di una pensione diretta. Può iscriversi chi percepisce una pensione ai superstiti (pensione di reversibilità) o chi svolge un’attività lavorativa part-time. Una volta presentata, la domanda verrà accolta in automatico entro 30 giorni se il richiedente è in possesso dei requisiti. A quel punto, è necessario versare dei contributi volontari senza limiti di importo, ma con una soglia minima di 25,82 euro per l’accredito di un mese di contribuzione. Versando regolarmente i contributi minimi per un totale di 35 anni si può ottenere un assegno di circa 1.000 euro al mese, ma l’importo viene calcolato in base al metodo contributivo e tenendo conto delle rivalutazioni periodiche Istat.
Il secondo metodo è quello di richiedere la pensione sociale. Per ottenerlo bisogna rispettare i seguenti requisiti: aver compiuto il 67esimo anno di età; essere cittadino italiano o di un Paese europeo o extracomunitario con un permesso di soggiorno di lungo periodo o straniero con status di rifugiato politico; essere residente in Italia; avere avuto una residenza stabile nel nostro Paese per almeno 10 anni, ed, infine, avere un reddito inferiore ad una determinata soglia (6.947,33 euro annui che salgono a 13.894,66 euro se il soggetto è coniugato). In questo caso non è necessario versare contributi, ma l’importo ricevuto sarà inferiore rispetto all’opzione precedente: 534,41 euro per 13 mensilità. L’importo mensile si riduce a 435 mensili in caso di donne coniugate, i cui redditi cumulati con il coniuge non superano i 13.894,66 euro o per le donne non coniugate con reddito personale annuo entro i 6.947,33 euro.
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