Ci sono importanti novità per il Decreto Salva Casa 2024: cosa potranno decidere i Comuni e perché spetta a loro l’ultima parola.
La circolare n. 205723/2024, emanata dal Dipartimento di Programmazione e attuazione urbanistica del Comune di Roma, ha stabilito un punto fermo: le normative urbanistiche locali hanno la precedenza sul decreto Salva Casa.
Questo documento si propone come una prima guida interpretativa per l’applicazione delle disposizioni contenute nel decreto, offrendo chiarimenti su temi fondamentali quali i mutamenti di destinazione d’uso, le oblazioni e l’accertamento di conformità edilizia, nonché l’agibilità degli immobili.
Uno degli aspetti più significativi trattati dalla circolare riguarda i cambiamenti nella destinazione d’uso degli immobili. Il decreto Salva Casa introduce la possibilità per gli strumenti urbanistici comunali di stabilire condizioni specifiche per tali mutamenti. La posizione del Comune di Roma è chiara: le disposizioni previste dal piano regolatore generale e dalle norme tecniche d’attuazione prevalgono sulle indicazioni del decreto. Questo significa che eventuali modifiche nell’utilizzo degli spazi devono rispettare le regolamentazioni locali vigenti.
Il tema dell’agibilità viene affrontato con particolare attenzione nel contesto della nuova normativa. Il decreto prevede che un tecnico abilitato possa attestare la conformità igienico-sanitaria degli immobili seguendo criteri meno restrittivi rispetto al passato, con lo scopo di adeguarsi a standard più moderni. Tuttavia, il Comune limita l’applicabilità di questa deroga esclusivamente agli interventi volti a migliorare le condizioni igienico-sanitarie dell’esistente patrimonio edilizio, escludendo nuove costruzioni o sostanziali modifiche strutturali.
Un altro punto cruciale toccato dalla circolare concerne la verifica della conformità edilizia e il calcolo delle sanzioni applicabili in caso di irregolarità. La complessità del sistema sanzionatorio ha portato il Comune ad elaborare una tabella riassuntiva che distingue tra interventi in linea con i requisiti sia urbanistici che edilizi (doppia conformità) e quelli che soddisfano una “doppia conformità asimmetrica”. Quest’ultima si riferisce ai casi in cui gli interventi sono coerenti con le normative urbanistiche al momento della domanda ma rispettano i criteri edilizi vigenti al momento della loro realizzazione.
Sebbene questo articolo non includa un paragrafo finale riassuntivo come da richiesta specifica, è evidente come il Comune di Roma stia cercando un equilibrio tra l’esigenza nazionale rappresentata dal decreto Salva Casa e la necessità locale di mantenere standard urbani consolidati attraverso il proprio piano regolatore generale. La sfida sarà quella di garantire flessibilità nelle procedure senza compromettere la qualità urbana ed edilizia della città eterna.
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