Poste italiane ha un importante messaggio per tutti i clienti che hanno un buono fruttifero di vecchia data, specialmente se antecedente al 2009
Quando si parla di strumenti di risparmio sicuri, i buoni fruttiferi postali occupano un posto di rilievo per moltissime famiglie italiane. Da decenni rappresentano una modalità d’investimento semplice e affidabile, ideale per chi desidera garantire un capitale stabile ai propri cari. Non di rado, questi buoni vengono acquistati dai genitori o dai nonni per essere poi trasmessi alle nuove generazioni, creando un piccolo patrimonio che cresce nel tempo e può essere utilizzato per necessità future o progetti di vita importanti.
Cos’è che rende i buoni postali così speciali
I Buoni Fruttiferi Postali non sono solo una forma di investimento, ma rappresentano un’ancora di sicurezza. Forse li abbiamo un po’ dimenticati, sostituendoli con investimenti moderni o a più alto rendimento, ma la loro semplicità e sicurezza continuano ad attirare chi cerca un modo sicuro e affidabile per mettere da parte qualcosa per il futuro.
Sono emessi da Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dallo Stato italiano e distribuiti da Poste Italiane: una combinazione che li rende una scelta estremamente sicura. Inoltre, a differenza di molti altri investimenti, non hanno costi di sottoscrizione o gestione, il che significa che ogni euro investito rimane effettivamente nelle mani dell’investitore.
Come funzionano i Buoni fruttiferi Poste?
I buoni postali sono strumenti di risparmio pensati per chi cerca una crescita nel tempo, anche se non si tratta di rendimenti esorbitanti. La sicurezza di un guadagno garantito e l’assenza di rischi legati alle fluttuazioni di mercato rendono i buoni particolarmente adatti a chi preferisce un approccio conservativo. Si può scegliere tra diverse durate, da pochi anni fino a 20 anni o più, e il rendimento viene calcolato su base annuale.
La vera forza dei buoni, però, è la loro flessibilità: non solo permettono di risparmiare senza preoccupazioni, ma offrono anche la possibilità di essere ritirati in anticipo senza penalità significative. Questo significa che, anche se decidi di riscuoterli prima della scadenza, ti verrà restituito almeno il capitale investito, e in alcuni casi anche una parte degli interessi maturati fino a quel momento.
Una tradizione di famiglia per il futuro dei giovani
Molti italiani hanno ricevuto almeno un buono postale in dono da un familiare. Questo è un gesto d’affetto, una sorta di “patto silenzioso” per il futuro, un modo per assicurarsi che i giovani abbiano un sostegno economico a cui attingere quando arriverà il momento giusto. Magari per gli studi universitari, per un corso di specializzazione o addirittura per l’acquisto della prima casa. In un mondo in cui le incertezze economiche sono sempre più comuni, sapere di avere una piccola somma messa da parte può fare una grande differenza.
L’aspetto emotivo è forte: spesso questi buoni rappresentano anche un legame simbolico tra chi li sottoscrive e chi li riceve. È come se il risparmio, con il passare del tempo, acquisisse un valore affettivo oltre che economico, ricordando alle nuove generazioni l’importanza della parsimonia e della lungimiranza.
Vantaggi e svantaggi: perché scegliere i buoni postali?
Vantaggi:
- Sicurezza: sono garantiti dallo Stato, quindi il rischio è praticamente nullo.
- Flessibilità: possibilità di rimborso anticipato senza grosse penalità.
- Assenza di costi di gestione: ogni euro investito va a maturare interessi.
- Diversificazione: sono ideali per chi desidera diversificare il proprio portafoglio senza esporsi troppo ai rischi.
Svantaggi:
- Rendimenti limitati: non ci si può aspettare una crescita esponenziale come quella di alcuni investimenti più rischiosi.
- Vincoli temporali: anche se c’è flessibilità nel riscatto, per ottenere i massimi rendimenti è necessario rispettare le scadenze stabilite.
Come funziona l’imposta di bollo coi buoni postali
L’imposta di bollo sui Buoni Fruttiferi Postali (BFP) è una tassa applicata sul valore degli investimenti finanziari. Ecco come funziona per i BFP emessi dopo il 1° gennaio 2009:
- Aliquota: l’imposta è pari allo 0,20% annuo del valore nominale complessivo dei buoni intestati allo stesso titolare.
- Soglia di esenzione: se il valore di rimborso totale dei BFP intestati a una persona non supera i 5.000 euro, l’imposta di bollo non è dovuta.
- Calcolo e addebito: l’imposta viene calcolata al 31 dicembre di ogni anno, ma l’addebito effettivo avviene solo al momento del rimborso del buono.
- Buoni cartacei emessi prima del 2009: Per questi buoni, l’imposta è calcolata sul valore nominale del singolo titolo e non viene cumulata con altri prodotti finanziari detenuti.
È importante notare che, a partire dal 2014, l’imposta minima di 34,20 euro è stata abolita, rendendo l’imposta proporzionale al valore dell’investimento senza importi minimi.
Imposta di bollo coi vecchi buoni fruttiferi, come funziona?
Per i Buoni Fruttiferi Postali emessi in forma cartacea prima del 1° gennaio 2009, l’applicazione dell’imposta di bollo segue regole specifiche:
- Calcolo proporzionale sul singolo titolo: l’imposta viene calcolata sul valore nominale di ogni singolo buono, senza cumulazione con altri titoli o prodotti finanziari intestati alla stessa persona.
- Importo minimo fisso: è prevista un’imposta minima di 2,00 euro per buono, indipendentemente dal valore del titolo.
- Nessuna soglia di esenzione: a differenza dei buoni più recenti, per i quali l’imposta non è dovuta se il valore totale dei buoni è inferiore a 5.000 euro, per i titoli pre-2009 questa esenzione non è applicabile. Di conseguenza, l’imposta è comunque dovuta, anche per valori di rimborso sotto i 5.000 euro.
Per gli anni successivi, l’importo dell’imposta è stato aumentato come segue:
- 6,00 euro per l’anno 2012
- 9,00 euro per il 2013
- 12,00 euro dal 2014 in poi
Questi importi fissi si applicano per ogni titolo e tale tassazione resta valida per tutti gli anni successivi al 2014.