Dalla casa alla pensione, passando per il conto corrente e lo stipendio: quali sono i limiti del pignoramento.
L’istituto del pignoramento presso terzi rappresenta una forma di espropriazione forzata che permette al creditore di agire sui beni del debitore, sia essi crediti vantati nei confronti di terzi o cose mobili. Questa procedura è regolamentata dal Libro III del codice di procedura civile, precisamente agli articoli 543 e seguenti.
In base all’articolo 2740 del codice civile, il debitore è tenuto a rispondere delle proprie obbligazioni con tutto il suo patrimonio, attuale e futuro. Questo principio consente ai creditori di ottenere un titolo esecutivo per soddisfare le proprie pretese creditorie attraverso un processo esecutivo che inizia con il pignoramento dei beni.
Sebbene il sistema giuridico consenta ai creditori di recuperare i propri crediti attraverso il pignoramento dei beni del debitore, sono previsti specifici limiti a tutela della dignità umana e per garantire condizioni di vita accettabili al debitore.
Per quanto riguarda i beni immobili, come la casa del debitore, le restrizioni sono particolarmente significative. Non è possibile procedere al pignoramento se l’immobile rappresenta l’unica abitazione e non è classificato come bene di lusso. Inoltre, nel caso dello stipendio, la legge stabilisce che può essere soggetto a pignoramento solo fino a un quinto dell’importo netto mensile per garantire al debitore un minimo vitale indispensabile alla sopravvivenza.
Anche il trattamento delle pensioni sotto la lente del pignoramento mostra l’intento legislativo di proteggere le condizioni minime necessarie per una vita dignitosa. La pensione può essere oggetto di tale procedura solo entro certe soglie percentuali stabilite dalla legge e non può mai essere interamente sottratta al beneficiario. Le pensioni assistenziali godono poi di una protezione ancora maggiore essendo completamente escluse da questa possibilità.
Quando si parla invece dei limiti relativamente ai contornamenti bancari dei debitori, si osserva che non vi è una cifra minima immune da possibili azioni creditorie; tuttavia, vengono introdotte misure protettive in favore dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Per queste categorie viene garantita l’intangibilità delle somme depositate fino ad un importo pari a circa tre volte l’assegno sociale prima della notifica del provvedimento.
Quest’analisi evidenzia come lo scopo principale sia quello di bilanciare efficacemente i diritti dei creditori con quelli fondamentali degli individui coinvolti nelle procedure esecutive ed espropriative.
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