Se nella tua auto trovi uno di questi devi subito allarmarti e chiamare la polizia: non tutti lo sanno ma possono essere davvero pericolosi.
Nel cuore della notte tra l’8 e il 9 ottobre, un episodio ha scosso la tranquillità del difensore del Napoli, Juan Jesus. La sua auto è stata oggetto di un tentativo di furto, con i vetri rotti e una scoperta inquietante all’interno: ben 5 AirTag erano stati nascosti nel veicolo.
Questi dispositivi, lanciati da Apple nel 2021 per la geolocalizzazione, sono diventati protagonisti di un’indagine condotta dalla Digos a seguito della denuncia presentata dal calciatore.
Gli AirTag sono piccoli dispositivi che possono essere facilmente occultati in auto o portati con sé senza destare sospetti. La loro batteria ha una lunga durata, fino a un anno prima di necessitare una sostituzione. Grazie alla tecnologia Bluetooth, gli AirTag trasmettono la loro posizione al dispositivo a cui sono collegati con precisione millimetrica. Tuttavia, questa caratteristica li ha resi uno strumento potenzialmente pericoloso per la sicurezza personale.
In risposta ai crescenti casi di stalking facilitati dall’uso improprio degli AirTag, Apple ha introdotto delle misure per contrastare il tracciamento indesiderato. Tra queste vi è una funzione specifica che avvisa l’utente tramite notifica se un AirTag non associato ai propri dispositivi inizia a muoversi insieme a lui. Inoltre, gli AirTag emettono suoni quando si trovano lontani dal proprietario per periodi prolungati e vengono spostati.
Per gli utenti Apple, ricevere una notifica sul proprio iPhone o iPad è il primo passo per identificare la presenza di un AirTag non riconosciuto nelle proprie vicinanze. Successivamente è possibile far suonare il dispositivo per localizzarlo fisicamente e procedere alla sua disattivazione attraverso semplici passaggi sullo smartphone.
Apple ha pensato anche agli utenti Android sviluppando “Rilevatore di Tracker”, un’app disponibile su PlayStore che permette di individuare gli AirTag e dispositivi simili nelle vicinanze agendo come un radar. Tuttavia, questa soluzione richiede che l’applicazione sia avviata manualmente dall’utente poiché non prevede allarmi automatici come nel caso dei prodotti Apple.
Il caso del difensore del Napoli mette in evidenza le potenziali minacce alla privacy e sicurezza personale legate all’utilizzo distorto delle tecnologie moderne come gli AirTag. Se da un lato questi dispositivi offrono soluzioni innovative per il ritrovamento degli oggetti smarriti, dall’altro richiedono una consapevolezza critica nell’utilizzo affinché non si trasformino in strumenti per violazioni della privacy o attività criminali.
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